Comprendo l’ardore della curiosità, capisco l’irresistibile pulsione che vi spinge a sondare la mia identità, ma tollerare che si diffondano voci mendaci, NO! Questo è oltre l’accettabile, e perciò…

Circola l’eco maligna che io possa esser quello chiamato Sorcio. Evidentemente qualche cieco nota una somiglianza nei miei modi o nel mio dettato. Ebbene, che si parli dunque di questo Sorcio.

Sorcio è l’archetipo del ratto di cloaca, immondo e fetido, che sguazza nel pantano che infetta le vene sotterranee di questa città maledetta. Egli s’illude di apparire rude e scontroso (e scontroso lo è con virulenza, ammettiamolo), ma un cuore di gelatina, debole e vibrante, lo incatena ancora al mondo dei mortali. Riflettete un istante! Uno dei più temibili Predatori d’Uomini, e lui si pasce di cinghiali!

Ma proseguiamo…

In realtà, non è che un mero opportunista (come, del resto, lo sono tutte le creature della nostra stirpe), ma soprattutto un vigliacco senza onore. Dopo aver rivestito per oltre un anno l’incarico di Siniscalco del burlesco Principato Barzelletta di La Spezia, l’ha ignobilmente abbandonato nel suo momento più nero. So che l’incredulità vi assale, ma si è dimesso! Come un topo di fogna timoroso e pavido, è fuggito dal suo sacro ruolo e… udite la suprema ignominia, non ha fornito NEANCHE una misera, stracciata spiegazione. “Motivi personali,” ha balbettato. Come se un vampiro potesse inseguire qualcosa di diverso…

Concludo asserendo che la mia offesa è profonda, per l’onta di esser stato paragonato a un essere così pusillanime, fetido, immondo, abietto, un inetto pseudo-vampiro e cagasotto come lui. E colui o colei che ha osato seminare queste illazioni farebbe bene a drizzare le orecchie, a stare in guardia, e a leggere con attenzione il mio motto… (Ci siamo intesi, Nicodemo?)


L’Oracolo di Mezzanotte

“Se la verità non può essere udita, allora deve essere urlata. E io ho una penna.”

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